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Santiago Gamboa
Santiago Gamboa, scrittore e giornalista, è nato a Bogotà nel 1965. Si è trasferito in Europa nel 1990 e dopo alcuni anni vissuti a Parigi ora vive fra Roma e il paese natale.
Considerato l’erede di Gabriel Garçia Marquez, Gamboa ha esordito nella narrativa nel 1995 con il romanzo “Paginas de vuelta”. In Italia ha invece esordito nel 1998 con il romanzo “Perdere è una questione di metodo” pubblicato da Guanda, nel quale, affrontando il genere giallo e quindi di indagine, ha descritto una realtà della capitale colombiana sconosciuta ai più. Sempre da Guanda è apparso nell’ottobre 2001 “Vita felice del giovane Esteban”, che l’Associazione “via Montereale” ha presentato a Pordenone nel novembre successivo.

Presentazione del Volume
Da grande scrittore qual è Santiago Gamboa, che l’Associazione “via Montereale” ha avuto modo di presentare a Pordenone in occasione dell’uscita del libro “Vita felice del giovane Esteban” (Guanda), ci ha regalato in uno spazio così breve come in questo racconto, un esempio del suo talento di scrittore, consentendoci, tradizione per noi, di realizzare un Quaderno della nostra collana, testimonianza di una specie di “adozione” che vogliamo di volta in volta realizzare con i nostri ospiti. I quali sanno così di essere seguiti da Pordenone con particolare attenzione ed interesse e non solo in un isolato momento di condivisione letteraria.
Lo spirito che anima l’attività dell’Associazione non è venuto meno nel sostenere la diffusione della conoscenza delle culture lontane, i modi di pensare e di vivere differenti dalla nostra società in modo da tentare di promuovere un piccolo tassello del grande puzzle della convivenza fra i popoli.
Presentare Santiago Gamboa, inoltre, che è considerato l’erede di Gabriel Garçia Marquez, dopo Lance Henson (indiano d’America), Louis-Philippe Dalembert (caraibico) e Tom Petsinis (australiano) ci ha aiutato a capire costumi e storia della Colombia, sua terra, consolidando le motivazioni che caratterizzano le scelte dell’Associazione e che vanno alla ricerca della diversità capace di ispirarci, di suggerirci ad essere cittadini del mondo. Questa conoscenza comincia con la ricerca delle origini, dall’impatto con le radici, come conoscenza culturale, seppure ad un primo stadio, e contatto antropologico rivelatore di un nucleo essenziale per mettere a registro la coscienza. Un modo per non aver più di ciò che non conosciamo e per comprendere come la letteratura sia moltiplicatore di vita.
Ludovica Cantarutti

Testo del libro

Pagina 1
Leyendo a Miller en Clichy

(Días de vino y rosas)
No voy a contar cuá tiempo llevaba sin frecuentar a una mujer. Sólo diré, a manera de abrebocas, que la aparición de Sabrina fue providencial para mi equilibrio psíquico, y que, de algún modo, impidió que me decidiera a saltar a los rieles del tren rápido que une a Roissy con Châtelet. También contribuyó a evitar que muriera envenenado con esos vinos de tres froncos que bebíamos cuando no había plata, es decir casi todos los días. Casi siempre. […]

Leggendo Miller a Clichy
(Giorni di vino e di rose)
Non sto a dire da quanto tempo non frequentavo una donna. Dirò soltanto, a forza, che la comparsa di Sabrina fu provvidenziale per il mio equilibrio psichico, e che, in qualche modo, impedì che mi decidessi a buttarmi sulle rotaie del rapido che collega Roissy a Châtelet. E contribuì anche a evitare che morissi avvelenandomi con quei vini da tre franchi che ci bevevamo quando non c’erano soldi, cioè quasi tutti i giorni. Quasi sempre. […]