tuareg

Nota biografica dell’autore

LUDOVICA CANTARUTTI
Giornalista, operatore culturale e consulente nel campo della comunicazione. Ha lavorato per varie testate fra cui Il Sole 24 ore, La Nazione, Il Gazzettino. E’ autrice di una dozzinali libri di poesia, teatro, saggistica e narrativa. Il suo ultimo volume “I Signori della Memoria”, dove riscopre in modo originale alcuni personaggi francesi dell’Ottocento, è stato presentato a Parigi nel 1998. Ha lavorato per la RAI. Materiale esplicativo della sua attività di fotografa, invece, è conservato al Kunsthistorisches Istitut di Firenze. Fa parte del PEN Club italiano.

Presentazione del Volume
Il presente Quaderno, diverso da quelli prodotti fino ad oggi nella Collana editoriale dell’Associazione, pur nella sua struttura tradizionale, vuole testimoniare ancora una volta l’impiego preso dal nostro sodalizio di offrire a tutti l’opportunità di conoscere, seppure brevemente, la straordinaria cultura di un popolo lontano. Questa volta parliamo dei Tuareg. Fino a qualche tempo fa, infatti, non era immaginabile che proprio a Pordenone trovasse sede stazionale l’unica comunità Tuareg in Italia. Questa combinazione è stata una nuova ed ulteriore sfida e occasione per “via Montereale” per assolvere al compito ideale che si è data per Statuto, quella cioè di diffondere la cultura della diversità, come strairdinaria “arma” di conoscenza e di richezza. A dire il vero prove ne sono state le molte occasioni sviluppate in questo senso dal 1999, anno in cui l’Associazione ha iniziato ad operare. Il progetto Tuareg ha avuto inizio nel marzo 2005 con la mostra realizzata con il patrocinio del Comune di Pordenone presso l’ex chiesa di San Francesco (cui è seguita una replica voluta a Meduno dall’Amministrazione Comunale di quel centro). Una mostra che ha destato molto interesse e gradimento. Il nostro impegno è stato da subito quello di “raccontare” la cultura del deserto espressa in modo assolutamente insolito dai Tuareg. Non solo, ma l’imegno è stato ed è tuttora anche quello di poter raccogliere fondi per aprire una scuola primaria ad Abardac, oltre un centinaio di chilometri da Agadez, capitale del territorio dove gravitamaggior parte del popolo Tuareg, suddiviso peraltro nei paesi che si affacciano sul deserto, come Niger (tutti icomponenti della comunità Tuareg di Pordenone vengono da quel Paese), Libia, Burkina Faso, Mali, Ciad, Nigeria e Algeria. È un impegno che vogliamo concretizzare anche attraverso questo Quaderno il cui ricavato andrÀ proprio per la scuola di Abardac. Stiamo lavorando, inoltre, per trasformare la mostra fotografica iniziale in qualcosa che possa testimoniare adeguatamente l’intera cultura dei Tuareg, per poi essere disponibili ad allestirla ovunque ci verrà richiesta. Tutto questo è stato possibile grazie alla disponibilità di chi ha seguito e continua a seguire il Progetto, ai collaboratori (coordinati da Marina Stroili) e, non ultimo, al fotografo Udo koehler che ha scattato le immagini dei componenti la comunitÀ Tuareg di Pordenone di cui parte troverete in questo Quaderno.
Ludovica Cantarutti

Testo del libro
I TUAREG
GLI UOMINI BLU DEL DESERTO

La Storia
La parola Tuareg è la definizione francese della parola araba sahariana “tewareg” (o tawariq) il cui singolare è Targi, nome etnico di Targa. Tuareg significa “dimenticati da Dio”. Questo popolo, invece, preferisce definirsi jmohar, cioè “uomini liberi”. la loro caratteristica principale è quella di portare un turbante, detto taggelmust, un grande rettangolo che misura fino a 10 metri di lunghezza e mezzo metro li larghezza (forse la sua misura è magico religiosa), imbevuto di una sostanza vegetale detta indaco la quale colando lentamente colora loro il viso. Di qui la definizione di “uomini blu”.