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Editoriale
La copertina di questo numero fa parte di un piccolo percorso che vorremmo proporre ai lettori. Un percorso sulla calligrafia araba. Il segno dallo stile così nobile che caratterizza il nostro numero di giugno rappresenta visivamente e graficamente “la libertà”. E dunque sembra quasi un pavone questa libertà così magistralmente scritta dal celebre calligrafo Salah Moussawy. All’interno anticipiamo il calendario della seconda edizione del festival “Raccontare il deserto-Tenawen tenere”, un progetto realizzato in accordo con la Comunità Tuareg di Pordenone con la quale lavoriamo in stretto contatto da quasi un decennio.
Non a caso abbiamo abbinato il concetto di libertà espresso graficamente dalla cultura araba con il progetto riservato ai Tuareg. Loro, nomadi per eccellenza, sanno incarnare lo spirito di libertà cui aspirano i popoli e che ha distinto la loro storia da sempre. Quale luogo meglio del deserto, dove “la sabbia era rosso ardente, ma ai lati le dune si tingevano di giallo-miele”, come scrive il britannico Wilfred Thesiger nel suo libro “Sabbie arabe”, esprime il vero concetto di libertà a cui tutti pensiamo? All’insegna di questa coniugazione che abbraccia anche il deserto del nostro interiore chiudiamo questo numero di CICORIA indicando ancora una volta il piacere dell’ospitalità che la Comunità Tuareg di Pordenone si appresta a rinnovare.
Ludovica Cantarutti